“Quanto era bella la pubblicità anni ’80 che recitava “provare per credere”. La cucina del giovanissimo Maicol, appena ventinovenne e già con esperienze da Albert Adrià, Mauro Colagreco, Ducasse ed al Noma di Copenaghen, può essere riassunta nella rivisitazione, in chiave squisitamente mediterranea, del concetto di tapas. Alla fine mi sono lasciato alle spalle ben 16 portate, ognuna diversa, ognuna da restare impressa nella mente come un calco fatto sul foglio di carta carbone. So già che la prossima volta saranno differenti, perché le mie scelte restano in archivio, personalizzando di continuo il percorso culinario. Parliamo anzitutto del luogo, intriso di una magica atmosfera dalla sua cantina vini ricavata in una grotta naturale. Lo scrigno ideale per le oltre 5000 etichette di caratura internazionale, con alcune collezioni introvabili anche per l’estimatore più esigente. In questo sancta sanctorum i fratelli Izzo predispongono gli ospiti per la prima parte del loro viaggio sensoriale, con pochi ed esclusivi tavoli per massimo 15 coperti…”
01 agosto 2022
Luca Matarazzo